Presto nuove info - Seguici su Facebook, vai al link - Sostieni la nostra raccolta tappi - Bollettino ufficiale attività di beneficenza, vai al link

giovedì 25 giugno 2009

Neda, la ragazza uccisa a Teheran diventa il simbolo della rivolta.


Il video della sua morte ha fatto il giro del mondo.
I jeans, le scarpe da ginnastica, la maglietta nera, il sangue che le imbratta il viso, le urla di chi le tiene la testa mentre lei muore.
Neda, la ragazza uccisa da un miliziano mentre manifestava insieme al padre nelle vie di Teheran è diventata il simbolo della rivolta dell'opposizione iraniana. Sul web, fra blog, siti, social network si accumulano in queste ore i messaggi in cui si fa il suo nome. Quasi tutti accomunati da una certezza: "Non sei morta invano".
Neda è già diventata il simbolo delle proteste in atto a Teheran e sotto a quella foto, pubblicata da vari blogger, si moltiplicano i messaggi. "Neda è morta con gli occhi aperti, facendo vergognare noi che viviamo con gli occhi chiusi"; "Neda non ti dimenticheremo, non sarai morta invano"; "Neda riposa in pace, il mondo piange nel vedere il tuo ultimo respiro, ti ricordiamo, non sei morta invano"; "Pietà per questa ragazza innocente, sarà un simbolo per noi".

“Neda aveva i nostri jeans, le nostre magliette. Abbiamo visto in lei le nostre sorelle, le nostre compagne, noi stessi. Con lei abbiamo visto per la prima volta morire una donna libera..."
(Messaggio di Giuseppe Bonura sul sito de l’Unità)

«...Io sono qui, viva, e a essere uccisa è stata mia sorella. Sono qui a piangere mia sorella morta tra le braccia di mio padre. Io sono qui per raccontarvi quanti sogni coltivava mia sorella... Io sono qui per raccontarvi quanto fosse una persona dignitosa e bella, mia sorella...Sono qui per raccontarvi come mi piaceva guardarla quando il vento le agitava i capelli... Quanto volesse vivere a lungo, in pace e in eguaglianza di diritti.... Di quanto fosse orgogliosa di dire a tutti, a testa alta, “Io sono iraniana”... Di quanto fosse felice quando sognava di avere un giorno un marito con capelli spettinati, di avere una figlia e di poterle fare la treccia ai capelli e cantarle una ninna-nanna mentre dormiva nella culla. Mia sorella è morta per colpa di chi non conosceva la vita, mia sorella è morta per un'ingiustizia senza fine, mia sorella è morta perchè amava troppo la vita...Chiunque leggerà questa mia lettera, per favore, accenda una candela nera con un piccolo nastro verde alla base e ricordi Neda e tutti i Martiri di queste giornate, ma quando la candela si sarà spenta non dimenticatevi di noi, non lasciateci soli..».

Post scritto da Antonello.

2 commenti:

No Code ha detto...

Il Gruppo Itaca non ha alcuna estrazione politica, non è né di destra, né di sinistra.
Forse, sicuramente, non ne avrà mai una.
Questo post, scritto da Antonello, credo che ci ridimensiona in una realtà, non più fatta da facebook, moda, cellulari, e qualt'altro. Questo post ci ridimensiona in una realtà fatta dalla voglia di gridare; libertà.
Non più materialismi e consumismi, non più moda e mercatismo; scendere in piazza per un ideale.
Neda dovrebbe essere in ognuno di Noi.

Anonimo ha detto...

E' pazzesco pensare che Neda è morta in questo modo, mentre in strada protestava xkè le avevano sottratto il sacrosanto diritto della libertà. Guardare gli ultimi istanti di vita di questa "sconosciuta" è stato devastante. Nel vedere i suoi occhi aperti che guardano il cielo, mentre il volto le si inonda di sangue, ho provato vergogna. Vergogna x i soprusi che spesso ognuno di noi accetta in silenzio mentre il senso di democrazia e di libertà viene fatto a pezzi, vergogna x l'indifferenza che senza accorgercene spesso doniamo a chi ha bisogno, vergogna nel pensare che spesso voltiamo le spalle a situazioni di disaggio o difficoltà sentendoci comodamente distanti e sicuri. Neda ha avuto il Coraggio di scendere in strada ed urlare a gran voce in difesa dei propri IDEALI; ognuno di noi, nel priprio piccolo, può fare in modo che la morte di questa givane iraniana non sia vana...che sia d'esempio x tutti e possa continuare a vivere attraverso i gesti e l'impegno di ognuno di noi.