Una ferita lunga settemila chilometri. Una corda tesa dall'Artico al Mar Nero di filo spinato, cemento armato, torri di controllo, cavi elettrici. Settemila chilometri che per mezzo secolo hanno diviso boschi, fiumi, strade, città, famiglie, un’intera nazione, il mondo: da un lato la «civiltà occidentale» dall'altro il blocco sovietico. Un filo grigio tra il bianco e il nero. Che la notte del 9 novembre del 1989 si è spezzato. Vent'anni fa cadeva il Muro di Berlino.
Il passaggio della Bornholmer Strasse era uno dei più importanti, dei più frequentati, nella Berlino spaccata in due dal Muro. La frontiera tra Est e Ovest tagliava, esattamente in mezzo, il ponte d'acciaio a cavallo della ferrovia.
A Est, nella zona comunista, si stendeva Prenzlauer Berg, un vecchio quartiere operaio in cui abitavano da anni artisti e intellettuali. A Ovest, nella zona capitalista, addossate a Wedding e Reinickendorf, le facciate delle case avevano colori più accesi, più freschi, di quelle di Prenzlauer Berg, dove i muri erano grigi, slabbrati e ancora graffiati dai proiettili della Seconda guerra mondiale. Là, nella tarda sera del 9 novembre 1989, il tenente colonnello della Stasi, Harald Jaeger, vice comandante del valico di frontiera della Bornholmer Strasse, esasperato dalla folla scalpitante, urlante, trattenuta con fatica, decise di arrendersi.
Resta nella memoria la magica atmosfera di Berlino, il 10 novembre, la mattina dopo l'ondata di folla sul ponte di Bornholmer Strasse. Dove la Kurfuerstendamm, chiamata più brevemente Ku'damm, la più divertente ed elegante strada di Berlino Ovest, esplode nei grandi magazzini, migliaia di coppie, di famiglie, con bambini e zaini in spalla, e la pianta della città tenuta come una bussola nella giungla, guardavano estasiate, ipnotizzate le vetrine.
Questa era Berlino Ovest nelle ore che seguirono la caduta del Muro. Gli Ossis, come sarebbero poi stati chiamati con sufficienza i tedeschi orientali, scoprivano nella realtà la vita dei Wessis, i tedeschi occidentali.
L'attrazione esercitata nelle prime ore, nei primi giorni, dal consumismo, si è poi lentamente rivelata meno irresistibile. E tra Ossis e Wessis non è mancata una certa ostilità. I Wessis, cresciuti nella democrazia e nel capitalismo, hanno via via disprezzato gli Ossis post comunisti. E gli Ossis hanno maturato il sentimento di essere stati "comperati" dall'Ovest, e di essere stati privati di tante cose che rendevano la vita mediocre ma facile.
La memoria della divisione non ha abbandonato questi luoghi. Qui il filo spinato continua a ferire, la sensazione è quella che i muri esistono ancora, anche se diversi da quello che divideva Berlino. La conquista della libertà convive quasi sempre con il rimpianto per una società più egualitaria.
Post scritto da Antonello.
Il passaggio della Bornholmer Strasse era uno dei più importanti, dei più frequentati, nella Berlino spaccata in due dal Muro. La frontiera tra Est e Ovest tagliava, esattamente in mezzo, il ponte d'acciaio a cavallo della ferrovia.
A Est, nella zona comunista, si stendeva Prenzlauer Berg, un vecchio quartiere operaio in cui abitavano da anni artisti e intellettuali. A Ovest, nella zona capitalista, addossate a Wedding e Reinickendorf, le facciate delle case avevano colori più accesi, più freschi, di quelle di Prenzlauer Berg, dove i muri erano grigi, slabbrati e ancora graffiati dai proiettili della Seconda guerra mondiale. Là, nella tarda sera del 9 novembre 1989, il tenente colonnello della Stasi, Harald Jaeger, vice comandante del valico di frontiera della Bornholmer Strasse, esasperato dalla folla scalpitante, urlante, trattenuta con fatica, decise di arrendersi.
Resta nella memoria la magica atmosfera di Berlino, il 10 novembre, la mattina dopo l'ondata di folla sul ponte di Bornholmer Strasse. Dove la Kurfuerstendamm, chiamata più brevemente Ku'damm, la più divertente ed elegante strada di Berlino Ovest, esplode nei grandi magazzini, migliaia di coppie, di famiglie, con bambini e zaini in spalla, e la pianta della città tenuta come una bussola nella giungla, guardavano estasiate, ipnotizzate le vetrine.
Questa era Berlino Ovest nelle ore che seguirono la caduta del Muro. Gli Ossis, come sarebbero poi stati chiamati con sufficienza i tedeschi orientali, scoprivano nella realtà la vita dei Wessis, i tedeschi occidentali.
L'attrazione esercitata nelle prime ore, nei primi giorni, dal consumismo, si è poi lentamente rivelata meno irresistibile. E tra Ossis e Wessis non è mancata una certa ostilità. I Wessis, cresciuti nella democrazia e nel capitalismo, hanno via via disprezzato gli Ossis post comunisti. E gli Ossis hanno maturato il sentimento di essere stati "comperati" dall'Ovest, e di essere stati privati di tante cose che rendevano la vita mediocre ma facile.
La memoria della divisione non ha abbandonato questi luoghi. Qui il filo spinato continua a ferire, la sensazione è quella che i muri esistono ancora, anche se diversi da quello che divideva Berlino. La conquista della libertà convive quasi sempre con il rimpianto per una società più egualitaria.
Post scritto da Antonello.
1 commento:
sono senza parole...bellissimo...
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